Chiavi Elettroniche per gli Antifurti a cosa Servono

La maggiorparte degli impianti di allarme si attiva e disattiva tramite centralina installata in prossimità dell’ ingresso principale della casa. C’è un codice che va inserito sulla tastiera e l’antifurto viene così inserito. Non è il solo modo però per farlo funzionare. Ci sono anche le chiavi elettroniche, chiamate anche inseritori.

Ne avete mai vista una? Sicuramente si. Sono delle piccole scatoline all’ interno delle quali trova alloggiamento un chip. Vanno inserite in un’apposita fessura collegata alla centrale (attivatore), quando il led appoggiato sopra la chiavetta stessa si illumina, significa che l’antifurto è inserito.

Queste chiavi a contatto elettroniche MPKEY sono utilizzate soprattutto in luoghi dove l’antifurto deve coprire spazi molto ampi. Pensiamo a dei magazzini, negozi, uffici, ma anche ville. Possiamo utilizzare le chiavi elettroniche anche solo per parzializzare un allarme, per attivare delle zone e disattivarne altre. In questo caso i led presenti sulla chiave sono tre, come accade ad esempio per quelle della Urmet. La centrale, al ritorno a casa, comunica alle stesse chiavi elettroniche se è scattato un antifurto tramite lampeggio dei led.

chiavi_elettroniche_antifurto

Il chip che si trova all’ interno dell’ inseritore elettronico garantisce una codifica a 24 o 32 bit, un crittaggio con 16 milioni di combinazioni possibili che è molto difficile da decifrare da eventuali intrusori.

Le chiavi possono essere programmate e riprogrammate tramite centralina e, anche in caso di smarrimento, si sta abbastanza sicuri. Una volta perse infatti, possiamo riprogrammare tutte le altre chiavi lasciando quella smarrita disattivata. E’ chiaro che siamo comunque esposti ad un attacco in più: un malintenzionato che ci segue e che sa che l’allarme si disattiva tramite chiave, potrebbe cercare di entrarne in possesso per disattivarlo. E’ come avere il mazzo di chiavi dal padrone per penetrare in casa.

Molte case produttrici di antifurto hanno in catalogo queste chiavi, tra le altre anche Tecnoalarm.

Insieme alle chiavi ci sono anche i lettori di prossimità RFID. La differenza è che in questo caso basta “appoggiare” la chiave al lettore e l’allarme viene inserito o disinserito. E’ un po’ lo stesso funzionamento delle chiavi elettroniche utilizzate negli alberghi per aprire le porte. In questo caso basta essere in “prossimità”, a pochi cm, dall’attivatore posto a muro.

A nulla vale scassinare l’attivatore che non farà altro che far partire un segnale di allarme verso la centralina.

Infine, un altro modo per attivare e disattivare l’antifurto, è quello di utilizzare un telecomando a radiofrequenza. Un po’ come avviene per i cancelli ad apertura automatizzata, spingiamo un bottone per escludere l’allarme.

Chiavi elettroniche, transponder, lettori di prossimità e telecomandi costano una cinquantina di euro.

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